
Si può imparare a innovare?
Da Stefano Comoglio
28 Settembre 2015
Nessuna autorità, nessun controllo
Nel 2005 l’idea di aprire un ambiente di lavoro condiviso che andasse incontro alle esigenze di persone con un’idea e un laptop era tutt’altro che dominante. A maggior ragione nel caso in cui tale ambiente di lavoro era dedicato agli imprenditori sociali, un settore che il mondo delle grandi aziende vede ancora come “strano ed eccentrico”, secondo Richard Evans.

Per fortuna provare l’insolito è la procedura standard per Impact Hub. Volevano creare un laboratorio di nuove idee

Richard ricorda il lancio di Impact Hub King’s Cross come un esperimento rischioso. “Eravamo uno dei primi. Lo abbiamo fatto in un modo che oggi non consiglieremmo, ovvero: costruisci e verranno” dice. E all’inizio non venivano. L’hub non riusciva a pagare un salario al suo personale in quei primi mesi di prova e gli imprenditori che ne condividevano la visione sembravano essere davvero pochi.
Il loro successo è una prova del potere del pensare in grande. Nonostante lo spettro del disastro finanziario, il team ha continuato a supportare l‘idea e ha lavorato unitamente a una campagna di guerrilla marketing che ha raggiunto la crescente comunità di imprenditori sociali di Londra. Il loro impegno ha rivoluzionato tutto per l’hub ed è stato fondamentale per lo sviluppo dell’etica della rete.

“Abbiamo commesso numerosi errori ma siamo ancora qui, quindi abbiamo fatto anche qualcosa nel modo giusto” dice Richard. “Oggigiorno la maggior parte degli Impact Hub inizia con uno spazio prototipo a basso costo. Per prima cosa si costruisce una comunità. Quando si arriva a formare una comunità ci si sposta in uno spazio permanente.”
Gli hub sono di “proprietà e gestione locale. Non c’è controllo dall’alto di alcun genere. La struttura è nella nostra cultura, nei nostri valori e scopi”. Questo consente agli hub di trovare risposte innovative alle esigenze e ai desideri dei loro membri. Quindi i berlinesi che vivono e lavorano 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 hanno costruito un angolo per il sonno, così da recuperare sul riposo, mentre i collaborativi amici di Madrid hanno voluto lavagne alle pareti su cui scambiare bozze di idee.
All’apparenza potrebbe sembrare simile alla cultura del design eccentrico degli interni della Silicon Valley, ma, pur donando agli uffici della West Coast una patina di creatività, gli scivoli tra i piani o le stanze relax tappezzate di erba sintetica spesso non danno priorità alla funzionalità. In Impact Hub se qualcosa non è utile è uno spreco di spazio prezioso.

È per questo che King’s Cross ha “sedie con orecchie” progettate per bloccare il mormorio e consentire alle persone di fare le loro telefonate. Hanno un aspetto magnifico, ma soprattutto eliminano il bisogno di cabine silenziose che occuperebbero spazio. Ed è ciò che ha spinto Madrid alla sua soluzione creativa per controllare le acustiche fastidiose: appendere al soffitto quadrati di tessuto ricavati dai vecchi vestiti degli utenti. Personalizzare il concetto dell’ufficio significa che ogni hub è su misura e sfrutta il design per migliorare l’ambiente circostante, aggiungendo delle nuove funzionalità..

Richard crede che le grandi aziende potrebbero trarre benefici da un simile approccio. Ma “vivono l’innovazione con difficoltà”. Un cambio di mentalità potrebbe essere la chiave per ringiovanire l’ufficio tradizionale: “Se pensassero a come creare un ambiente in cui le persone si sentano libere di essere sé stesse, potrebbero avvicinarsi alla nostra esperienza…”
Questo ha un grande vantaggio se volete coinvolgere le persone, incoraggiare la creatività e accelerare la produttività: “Rende la vita lavorativa gradevole. È un bel posto in cui passare del tempo”.
Avete visto delle ottime personalizzazioni di uffici? Condividete la vostra preferita nei commenti in basso.